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FABULA RASA /2 Nel mondo scritto da Alba de Céspedes

“Tutte le donne nascondono un quaderno nero, un diario proibito. E tutte debbono distruggerlo.” Era il 1952 e così scriveva Alba de Céspedes in Quaderno proibito. Mi chiedo: anche quelle che non hanno mai trovato il coraggio di scriverlo? E oggi, come funziona? Oggi che pubblichiamo quotidianamente i nostri stati d’animo, rendiamo nota al mondo intero, anche se virtuale, la nostra vita intima, le nostre fragilità. Un modo per affermare o dimostrare che siamo libere, siamo felici?              

Valeria Cossati, protagonista del romanzo, che si definisce una piccola borghese più familiare col peccato che col coraggio e con la libertà, cosa risponderebbe? Il conflitto interiore la sballottava fra i suoi doveri per la famiglia (il marito Michele, i figli Mirella e Riccardo, i genitori, un nipote in arrivo), la casa, l’ufficio, e l’amore per il suo direttore, Guido, trovandola, però, sempre pettinata e a modo: perline al collo, il cappello rimodernato, il grembiule a seconda delle occasioni. A rafforzare questa immagine la splendida Lea Massari (già Madame Bovary nel '78), interprete dello sceneggiato Rai, tratto dal romanzo e trasmesso nell’'80.

Cosa sognava Valeria, a parte ritornare ad essere Valeria e non già mammà?  Immaginava di abbandonarsi al disordine, alle pentole sporche, ai panni da stirare, ai letti disfatti; ma anche nel sogno si sentiva in colpa. Per rimanere sola in casa e poter scrivere, la domenica fingeva di aver ricevuto in regalo i biglietti della partita per i familiari (ma li aveva comprati...). E non parliamo del patema d’animo continuo alla ricerca di nascondigli sempre più sicuri.

Valeria soffre per tutte le donne che, sveglie nella propria angoscia, fingono di dormire, condizione  tipica di innumerevoli matrimoni esemplari. Ma spiana la strada  alle donne  che chiuderanno dietro di sé la porta di casa per entrare nel flusso della vita? Valeria, tuttavia, non ha lasciato la  casa, il marito, i figli. No. Ha lasciato Guido, l’uomo che la rendeva viva, felice, pur nella rassegnata prospettiva  di giornate uguali a pagine bianche, lisce, fredde, perché non più scritte. Valeria è tutta nel suo quaderno proibito che alla fine brucia. Essere Valeria, essere donne: come diventa difficile difendere questa scoperta quando si è legate a tutti e si appartiene a qualcuno per essere felici. 

Cominciamo o continuiamo a scriverlo questo quaderno proibito. Magari in una stanza tutta per noi, per dirla alla Virginia Woolf.

ennebi 

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