Fabiola, la figlia del patrizio Aurelio Massimo, incontrava ogni notte, alle tre, lo schiavo Siro di cui si era perdutamente innamorata, al riparo dagli occhi indiscreti della casa. Fra poco i due amanti sarebbero arrivati e il giardino si animò di nuova vita. Tutti pronti per accoglierli, facevano a gara per rendere il luogo, se mai fosse stato possibile, ancora più incantevole. L’amore vuole cura. Dai, dai, forza ragazzi! Cominciò l’albero secolare della magnolia rivolgendosi alla rosa: fra poco arriveranno, sei pronta con il tuo profumo più intenso? E la rosa rispose: e tu, vecchio mio, con la tua ombra migliore? Io potrei preparare un letto di petali avvolgente. Intervenne il mirto: io che sarò considerato divino dal poeta, li circonderò di un’aureola di luce e distillerò acqua degli angeli per rinfrescarli. La palma da dattero invidiosa replicò: ed io, così come sanno bene i nomadi nel vento, offrirò loro il pane del deserto. Il melograno si fece notare con un sorriso: e la mia abbondanza? I miei semi rossi traboccano come il loro amore. Allora il fico, di rimando: e i miei frutti succosi come il latte li avete scordati? Dolci come i baci. E poi se dovessero aver bisogno, potrebbero aggrapparsi al mio tronco come fece Odisseo per sfuggire ai mostri dello Stretto. Timido l’oleandro s’inserì nella conversazione, e, come sempre con la paura di essere accusato di essere velenoso, promise di stare soltanto a guardare, senza piangere, per godere dei sospiri e dei gemiti silenziosi. Il corbezzolo alla fine riempiendosi d’orgoglio concluse: ed io, miei cari, suggerirò l’attesa per una patria che poterà i miei tre colori, in cui non ci saranno più schiavi ma solo uomini liberi. Sss… arrivano… eccoli, come sono belli insieme, ma cosa succede, chi sono questi? La casa accese tutte le sue fiammelle ma l’aria si oscurò di terrore. Quello fu l’ultimo appuntamento, le guardie irruppero e i due catturati. Il giardino si disperò ma dovette dire addio ai suoi amanti perduti. Ogni notte alle tre, pregarono insieme a madre natura e invocarono pietà in nome dell’amore che non muore.
ennebi
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