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FABULA RASA /9 La libertà di Lou

La prima volta che ho sentito parlare di Lou  von Salomé è stato studiando Nietzsche, sul quale peserà come un macigno il rifiuto di questa fanciulla (così anticonformista da sperimentare un triangolo amoroso) a vantaggio di Paul Rèe, morto in seguito suicida. Davvero complicato comprendere l’amore-fratellanza con cui lei definiva questa sorta di Trinità! Di certo le sue esperienze amorose non si fermarono qua. Infatti, quando nel 1928 Freud le chiese se avesse pensato all’amore, Lou sorrise. Eccome se ci aveva pensato! A 26 anni si era sposata ricattata dal tentato suicidio d’amore del futuro marito, una dichiarazione sui generis che non le lasciò alternativa ma che mise Andreas di fronte al patto di lasciarla vivere liberamente pur sposata e di non reclamare rapporti sessuali. Questi arrivarono a 33 anni quando Lou disse di aver finalmente conosciuto “l’emancipazione della carne”  ma col medico viennese Pilenes. C’entrava il passato della sua infanzia? Fu questo che la spinse verso la psicologia del profondo? Da quando il pastore protestante suo insegnante lasciò la moglie per chiederle di sposarlo, Lou si chiuse nel suo tabù erotico, cercando per tutta la vita un uomo che fosse l’eco di Dio con cui condividere il letto, forse ricordando suo padre, il bel generale russo che non avrebbe avuto mai degni rivali. A 36 aveva poi incontrato Rilke, più giovane di lei di 10 anni, con il quale, dopo aver fatto due viaggi in Russia, rimarrà in corrispondenza dal 1897 al 1926, anno in cui il poeta morì. A 57 anni ebbe perfino una relazione con il nostro Benedetto Croce, senza contare i numerosi intellettuali che tentarono invano di conquistarla e che si uccisero per lei. Nel 1911 Lou prese parte al Congresso della Società psicanalitica di Vienna dove conobbe Freud, ma un anno dopo ebbe una relazione, nell’ambito della stessa, con lo psichiatra e psicanalista slovacco Viktor Tausk, anche lui morto suicida. Ma era, quello di Lou, un destino segnato dai  suicidi? Nonostante la fama di intellettuale libera e anticonformista che si era guadagnata (la rivoluzionaria russa o la colta sgualdrina ebrea), rimase sposata con Andreas fino alla morte che la colse nel sonno all'età di 76 anni. Non ho ancora capito se Lou sia stata una femminista ante litteram o semplicemente una donna capace di affermare il suo bisogno di libertà, vuoi per coraggio vuoi per narcisismo. Affermare la propria libertà può essere comunque un modello, perché spesso i maggiori nemici delle donne sono i pregiudizi e i giudizi, e lei li sfidò davvero tutti! Lou porterà avanti il suo progetto: essere e diventare se stessa conciliando il disprezzo  per la morale tradizionale con il sentimento. La stessa Lou a Rilke  (“d’ora in poi potrai contare su di me. Ti sono accanto con ogni mio pensiero”) scriverà dell’amore nelle sue Riflessioni. Se penso che le  scrisse ai primi del Novecento, la sua attualità mi sbalordisce e mi dà coraggio. Le donne, come gli uomini, - sostiene Lou - possono provare anche solo passione fisica perché l’erotismo è una sfera autonoma, un mondo a sé, uno stato infantile, nel quale l’altro è solo un pretesto per pensare a noi stessi. Gli ideali ricorrenti (allora come oggi) o gli stereotipi accettati  vogliono l’uomo egoista per eccellenza, sede del fisico, mentre la donna altruista  sede dello psichico. Dopo una lucida analisi arriva ad affermare che amare e creare sono un tutt’uno.  Ma la tesi che maggiormente mi ha colpito è che nell’amore completo l’uno non può e non deve adattarsi all’altro, ma insieme ci si può elevare verso forme perfette di sviluppo umano. L’amore, insomma, può diventare sempre una festa, fisica e spirituale. L’amore che lei ha sperimentato nel corso della sua vita è stato di natura sempre diversa ma ciò che è necessario - la sua vera quanto scontata scoperta - è rimanere fedeli a se stessi. A qualsiasi prezzo.

ennebi

 

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