Ho sempre avuto un debole non tanto per la fantascienza quanto più specificamente, lo confesso, per la distopia. Sia nella letteratura che nel cinema ho amato: 1984, Fahrenheit 451, Il mondo nuovo, Il cacciatore di androdi. È, si sa bene, un mondo tutto al maschile, tanto per cambiare… ma ultimamente mi sono imbattuta ne Il racconto dell’ancella, Ponte alle grazie, 2018, settima ristampa, scritto nientemeno che da… una donna! Stiamo parlando di Margaret Atwood, scrittrice e poetessa canadese.
Ho sofferto molto leggendo questo libro. Mi capita spesso, a dire il vero, e, talvolta, non arrivo fino in fondo: mi è successo per esempio con Histoire d’O di Pauline Réage. Ma qui mi sono fatta, pur nella mia impotenza di lettrice, coraggio, fino a farmi carico del destino di una donna. Di ogni donna. Credo di avere associato i due libri, pur sostanzialmente molto diversi, perché la sessualità e la cultura risultano essere i più efficaci strumenti di controllo dell’umanità. Fa paura, ai potenti di turno, che la persona sia in grado di scegliersi un partner con cui avere rapporti, così come un libro da leggere che possa influire sul suo pensiero.
L’ancella, lungi dall’essere solo un corpo femminile oggetto di piacere, è - cosa, per la donna, altrettanto ignominiosa, ma, in quanto parte fondamentale seppur passiva di un progetto totalitario di continuità del gruppo dominante, ancor più necessaria per i suoi manipolatori - esclusivo veicolo di riproduzione. Dalla bruttezza del mondo attuale, che pur lascia intravvedere qualche spiraglio di rispetto e ammirazione per la bellezza, all’orrore della Repubblica di Galaad in cui vivono, cioè sopravvivono, le ancelle. Stiamo ancora aspettando il realizzarsi di un mondo di mezzo, nel quale la donna sarà solo donna e come tale trattata. Ma tra il reale e il distopico resta posto soltanto, ahimè, per l’utopia.
L’ancella resiste grazie alla memoria che coltiva nel vuoto scavatole intorno dal malefico sguardo indagatore, e, soprattutto, grazie alla sua ineliminabile possibilità dell’amore. Gli uomini cattivi che vogliono dominare un futuro sempre più vicino, forti dell’occhio di Dio che sostiene il folle piano, devono fare i conti con la cosa più semplice e banale: il cuore di una donna. Che diventa il cuore di tutte le donne del mondo.
Nolite te bastardes carborundorum
ennebi
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