Ho atteso pazientemente l’uscita de La vita bugiarda degli adulti, E/O, di Elena Ferrante, e l’ho divorato in pochi giorni. La Ferrante ti “acchiappa” nel vero senso della parola, ti sviscera fatti su fatti concatenati dall’abilità di chi i fatti non solo sa narrarli ma dei quali è perfetta padrona, non importa se le appartengano o meno. Comunque se ne è impossessata a tal punto da renderteli sulla pagina facendoti diventare parte integrante del tutto. La napoletanità verace che diventa spesso sguaiatezza, il dialetto, l’autenticità e la finzione tornano fedelmente nei temi a lei cari: riscattarsi socialmente con l’istruzione e la cultura, esasperare i rapporti sessuali e amorosi, vivere in bilico fra il bene e il male di questa vita. La storia di Giovanna è diversa da quella di Lenù e Lila. Adolescente dodicenne in crisi, nata in una famiglia progressista, viaggia dentro se stessa, così come dentro Napoli alla ricerca di risposte che la porteranno attraverso una personale educazione sentimentale alla consapevolezza di sé.
Purtroppo in una recente intervista l’autrice ha già stroncato le speranze di attesa di un sequel in quanto si considera senza le energie necessarie per portare a compimento una storia ben più lunga dell’amica geniale (nel progetto iniziale avrebbe accompagnato Giovanna, la nuova protagonista, fino ai 40 anni). Peccato!
Vicino al romanzo della Ferrante che ti trovo in libreria? Confidenze, Einaudi, l’ultima pubblicazione di Domenico Starnone, l’autore che mi ero ripromessa di leggere dopo l’acceso dibattito che lo vedeva come il più gettonato nella classifica di fantasmi dietro la Ferrante. Ho pensato: pura coincidenza o fumo negli occhi? Fatto sta che ho comprato anche il suo romanzo e l’ho letto con curiosità crescente. Risultato? Appena entrata nel ritmo narrativo di Starnone, che leggo comunque per la prima volta, ho avuto la sensazione di sentirmi a casa come se ci fosse qualcosa di molto familiare nell'atmosfera da lui costruita. Mi sono sentita catturare come se fosse un fatto naturale e sono scivolata lentamente nel suo mondo. Sono gli stessi demoni della Ferrante che infestano il sottosuolo di Starnone: la priorità della scuola, le vicende familiari, i contrasti caratteriali, le passioni sanguigne. C’è sempre chi scrive un articolo, un saggio, una lettera e la descrizione minuziosa della fatica del percorso. Il peso dei figli e della loro educazione. Napoli e sempre Napoli. Insomma, mi è sembrato che il respiro di Domenico Starnone e di Elena Ferrante si fondessero in un unico afflato di voci, e confesso che la cosa non mi è dispiaciuta affatto.
ennebi
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