Contemporanea e conterranea di Fernando Pessoa il poeta dell’inquietudine da me amato (tra le cui carte venne ritrovata una poesia nella quale la considerava anima gemella) la poetessa Flor Bela de Alma da Conceição detta Florbela Espanca (1894-1930) resta pressoché sconosciuta ai più. Del resto, come avrebbe potuto, oggi come ieri, in un panorama letterario portoghese maschile e, per giunta, senza appartenere a nessun movimento? Essere poeta è essere più alto, è essere più grande / degli uomini. Mordere come si bacia! / È mendicare e dare come se si fosse / re del regno, di qua e oltre il dolore!
Tre mariti, tre raccolte di poesie, tre aborti spontanei e tre tentativi di suicidio in trentasei anni di vita consacrata a sorella Nostalgia e ai Dispiaceri, così come recitano alcuni dei suoi titoli: Livro de Mágoas (Libro dei dispiaceri) nel 1919 e Livro de Sóror Saudade (Sorella Nostalgia) nel 1923. Per non dire dell’irrequietezza ereditata dall’illegittimità della sua nascita: Sono figlia della brughiera deserta e selvaggia: / le ginestre, tra i rosmarini, / aprendo gli occhi d’oro, per i cammini, / di quest’anima ardente sono la traccia. A otto anni già scriveva versi, già soffriva d’insonnia e già le cose della vita le mettevano voglia di piangere e quando perse la madre a soli tredici anni cominciò a fare i conti con la nevrosi. Una sensibilità dolente e dolorosa, come lei stessa la definirà, che l’accompagnerà fino alla morte. É avere dentro un astro che fiammeggia, / è avere artigli e ali di condor. / È avere fame, è avere sete d’infinito….
Tra le prime donne a studiare e a iscriversi alla facoltà di Diritto, sposò prima un compagno di scuola, poi un ufficiale e infine un medico. Ah! Tutta la nostra vita va come una chimera / Tessendo in fragili dita fragili merletti / - Non si incontra mai Colui che si spera!…
La sua sorte fu segnata dalla scomparsa prematura dell’amato Apeles come testimoniò ne As Máscaras do Destino (Le Maschere del Destino) ma soprattutto nella richiesta di portare nella bara con sé i resti dell’aereo con cui il fratello era precipitato. E così il primo tentativo di suicidio fallì. Nel 1930 cominciò il Diario dell’ultimo anno e altri due tentativi di suicidio andarono a vuoto. Durante la stesura di Brughiera in fiore cominciò una corrispondenza con il prof Guido Battelli, il lettore italiano dell’università di Coimbra che le fece conoscere le opere della Aleramo e della Negri. Lui si innamora ma lei presa da un altro, gli preferì lo scrittore Angel Caesar. Il suo terzo matrimonio è ormai alla fine, la relazione con l’amante si esaurisce, l’ansia per la nuova pubblicazione incombe: Florbela è stanca. L’otto dicembre, giorno del suo compleanno, l’ultimo tentativo di suicidio, perfettamente orchestrato (diede ordine di non essere disturbata in previsione dei festeggiamenti del giorno dopo), con una dose massiccia di Veronal, riuscì. E son cent'anni che ero fresca e bella!... / E la mia bocca morta grida ancora:/ Perché arrivasti tardi, o mio Amore?
Frustrazione, passione, erotismo, anche egocentrismo, tutto questo nel personale e ardente mondo di Florbela Espanca, poetessa dall’anima anarchica, espresso esclusivamente in sonetti che sono stati anche messi in musica dalla tradizione del Fado. Una donna dalla condotta scandalosa che non si occupava di temi sociali e politici (in un paese governato da Salazar), ma che con il suo vissuto ha anticipato la questione della parità di genere.
Cosa significa, dunque, essere poeti? È condensare il mondo in un solo grido! Un grido che purtroppo nessuno, allora, è stato in grado di ascoltare. E peccato che, di questi tempi, ci sia ancora un gran numero di sordi.
ennebi
Scrivi commento
Antonella (domenica, 11 dicembre 2022 11:57)
Fame e sete d'infinito... un insaziabile appetito che fa soccombere, ma solo fisicamente, questa affascinante donna, poetessa e voce femminile. Grazie sempre, carissima e bravissima Nuccia, per dar luce a questo nascosto universo femminile.
Assuntina Santacaterina (domenica, 11 dicembre 2022 12:21)
Poetessa passionale e veritiera che accomuna le donne amanti della vita e dei forti amori...
Giovanna Procopio (domenica, 11 dicembre 2022 15:51)
Una vita trascorsa a rincorrere la verità di quella luce irraggiungibile della "felicità", che spesso brilla di riflesso ed è troppo lontana dal mondo terreno ove uomini e donne da sempre lottano e si dannano contro i fantasmi delle convenzioni sociali, dei pregiudizi dei tanti giungendo inesorabilmente al tracollo, alla solitudine e all'abbandono si sé! È doloroso ma solo gli animi più sensibili sono capaci di essere lucidi a tal punto di costruirsi il fato e decidere quando non alzarsi più in volo.
Grazie Nuccia!
Nuccia Benvenuto (domenica, 11 dicembre 2022 18:33)
Grazie a voi: Antonella, Assunta e Giovanna. Le vostre intense riflessioni mi confortano e rafforzano la mia convinzione di proseguire il cammino sul femminile.
Francesco (lunedì, 12 dicembre 2022 19:25)
Grazie Nuccia...