FABULA RASA /74 Le donne di Paola

Mariutine  rompe la bottiglia di grappa dello zio e si dispera, ma non sa che sta per cominciare l’incubo, nel buio della sua vita: Ed in quello due dure mani l'afferrarono alle cosce, una bocca anelante le cercò le mammelle, e Barbe Zef si abbattè su di lei, e violentemente la prese. Questa è la storia di Maria Zef, una storia di violenza, il romanzo più famoso – da cui sono stati tratti ben due film – di Paola Drigo (1876-1938). Un tema brutale che destò rumore, per la scabrosità, quando uscì nel 1944.

La Drigo descrive, qui, le vinte, le offese  dalla vita, che vivono in contesti isolati, degradati, come il tugurio del bosco tagliato sulla montagna in cui vive la famiglia Zef: lo zio paterno e le due nipotine. Mariutine ne riprese all'improvviso coscienza con un ribrezzo così profondo, che per qualche istante continuò a giacere sotto di lui ad occhi spalancati, gelida, incapace del minimo atto di volontà. Si sentiva avviluppata in uno di quei silenzi dove pare non debba accadere più nulla; dove vita, morte, gioia, dolore, sembrano aboliti per sempre: un silenzio simile al nulla; definitivo. Non solo il paesaggio aspro, ma il corso del destino che ha punito prima il padre morto in America, poi la madre morta dalle fatiche e contagiata dallo zio di mal francese, e, ora… ora tocca a lei. Ma non toccherà alla sorella minore. Rosùte no, Rosùte no, Rosùte no! La cucina era così piccola che le bastò, senza muoversi, tendere il braccio, la mano, per afferrare la scure che era buttata sopra un mucchio di legna nell'angolo del focolare. Ella l'afferrò e l'alzò quanto più alto potè. La lama lampeggiò nell'ombra. Mirò al collo, e vibrò il colpo. Non un grido: solo un fiotto di sangue.

Ma Paola ci ha lasciato anche molti racconti, ambientati in scenari diversi: tra questi  Il voto alle donne, nel quale i personaggi, sempre al femminile, appartengono a un ceto superiore, tanto da porsi il problema dei diritti delle donne. Pubblicato  nel 1918, nella raccolta Codino, la storia si muove, ironicamente, fra le esigenze femminili dei nuovi tempi e la certezza della tradizione: Che siamo noi, se non balocchi in preda della tirannia degli uomini? In qual conto sono tenute la nostra volontà, le nostre aspirazioni, la nostra «personalità»?… Ditemelo voi. Tutta la nostra vita riposa su di un'ipotesi: l'onestà mascolina! – È ora di finirla! – perché dovrebbe esser precluso alle donne intelligenti e colte il campo politico? Valeria, la protagonista più agguerrita, organizza un comitato con tre amiche sue, lei che non pensa a sposarsi. Lei sì, che sa mettere in evidenza i problemi delle donne del tempo: Vi sposate. Un bel giorno, ai vostri mariti salta il ghiribizzo di... Voi potete protestare, potrete ribellarvi, ma in fine?… In fine non vi resta che obbedire. La legge parla chiaro. «La moglie deve seguire il marito»  Lo sa, eccome! Una bella mattina tuo marito si alza di cattivo umore e decreta che l'educazione che tu dai al piccolo è falsa… che è necessario… metterlo in un luogo dove la disciplina sia più ferma…Tu protesti, piangi, supplichi tuo marito di non toglierti il bambino: tutto inutile, egli è inflessibile. La tua parola non val nulla; la legge concede la patria potestà al padre, anche se è un nevrastenico, anche se è un vizioso. Ti par giusto, questo?

Le amiche sono più che convinte, ma nessuna delle tre si reca alla prima riunione, Valeria resta così, sola, col cugino – designato segretario perché femminista – che aveva allontanato per gelosia, ma che si rivela innamorato di lei e, lei, accetta la sua proposta di matrimonio. Scrive così loro: «Care amiche. Avete fatto benissimo a non venire. Per il voto alle donne i tempi non sono ancora maturi. Ci penseremo quando saremo vecchie».

Per fortuna, i tempi sono maturati!

ennebi

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    Mariolina Rocco (giovedì, 18 luglio 2024 19:23)

    Avere il coraggio di raccontare certe storie, aiuta tante donne a vincere la paura e la solitudine. Grazie, come sempre �